Risarcimento per malasanità: le tempistiche

Risarcimento per malasanità: le tempistiche

Chiunque rimanga vittima di malasanità e desideri ottenere un risarcimento è interessato alle tempistiche e all’iter legale che caratterizzano queste particolari procedure.   I procedimenti burocratici relativi agli episodi di malasanità potrebbero, in effetti, rappresentare un deterrente non da poco per qualunque persona miri a ottenere un indennizzo per i danni subiti, e per questo è importante fare chiarezza, specialmente considerato lo scoramento che spesso affligge le vittime.   Insicure in merito non soltanto all’esito della loro denuncia per malasanità, ma anche al tempo che potrebbe intercorrere fino all’effettivo risarcimento, sono numerose le persone che rinunciano a denunciare la loro esperienza.  

Qual è l’iter legale da seguire per ottenere un risarcimento per malasanità?

Cominciamo col chiarire che, con il termine “malasanità”, si intende sia un errore medico che una condizione di carenza generica nella prestazione di servizi sanitari, con il risultato di generare un danno al soggetto beneficiario della prestazione stessa.   In questi casi, la vittima di malasanità potrà decidere di denunciare quanto accaduto e dunque intraprendere un’azione legale con l’obiettivo finale di ottenere un risarcimento in denaro.   L’iter legale comprenderà innanzitutto la diffida stragiudiziale, un documento scritto inviato alla controparte per esporre le responsabilità e richiedere alla struttura sanitaria di mettersi in contatto con il legale di riferimento del paziente.   Nel caso in cui alla diffida non seguisse alcun riscontro, si potrà procedere con due diversi procedimenti, rispettivamente ATP e giudizio di merito.   Il primo è l’Accertamento Tecnico Preventivo, con il quale un consulente tecnico d’ufficio viene incaricato dal giudice durante l’udienza di comparizione delle parti. Il tecnico avrà il compito di analizzare i documenti forniti così come lo stato di salute del paziente e l’eventuale nesso tra le sue condizioni e la condotta della struttura sanitaria. La relazione successivamente prodotta avrà carattere di prova e le parti coinvolte nel procedimento potranno entrambe richiederne l’acquisizione. Il giudizio civile tenuto successivamente si concluderà con una decisione e, in caso di condanna, con il pagamento del risarcimento nei confronti del denunciante.   Il secondo procedimento, ossia il giudizio di merito, si verifica nel caso in cui l’iniziale tentativo di mediazione non producesse risultati. In questo caso, si procederà alla notifica di citazione, all’iscrizione a ruolo e, infine, al provvedimento decisionale di natura civile: nuovamente, laddove il medico o la struttura sanitaria venissero ritenuti responsabili, essi verranno condannati a pagare un risarcimento.  

Quali sono i tempi di risarcimento negli episodi di malasanità?

Come è facile intuire da quanto finora illustrato, la variabilità dell’iter può certamente influenzare i tempi di risarcimento per episodi di malasanità.   In caso di diffida extragiudiziale, dopo un iniziale ultimatum di 7-15 giorni durante il quale la struttura sanitaria potrà entrare in contatto con il legale del paziente, si verificherà un’inevitabile dilatazione dei tempi dovuta allo svolgimento delle articolate fasi successive. Ad esempio, l’Accertamento Tecnico Preventivo richiede mediamente dodici mesi, mentre passano dai tre ai cinque anni per ottenere una sentenza in caso di giudizio ordinario.   Questa è la ragione per cui sfruttare al meglio la fase di mediazione può essere la soluzione giusta per ottenere un risarcimento per malasanità in tempi decisamente più ragionevoli, risolvendo il contenzioso più rapidamente.   Una ragione ulteriore per cercare di ottenere una mediazione è, naturalmente, legata ai tempi di prescrizione: questi ultimi variano dai cinque anni (per la responsabilità extracontrattuale, relativa alle strutture sanitarie) fino ai dieci anni (per la responsabilità contrattuale, relativa invece al singolo medico).   Attenzione, inoltre: nel caso in cui la richiesta di risarcimento fosse legata a malasanità in senso più stretto e non a malpractice o negligenza medica, il paziente potrebbe sporgere denuncia anche verso il Ministero della Salute. Quest’ultimo è anch’esso ascrivibile a responsabilità extracontrattuale e il termine di prescrizione sarà quindi nuovamente pari a cinque anni, come per le strutture sanitarie.   È molto importante tenere presenti le decorrenze dei termini soprattutto in caso di malattie lungolatenti, ossia eventi che, per loro natura, vedono trascorrere molto tempo tra l’evento patogeno causativo e la reale manifestazione della patologia. Altro tempo inevitabilmente passerà tra la comparsa della malattia e la comprensione, da parte del paziente, del fatto che questa è la conseguenza di un danno o fatto colposo ascrivibile a terzi.   Non a caso, proprio in virtù di queste particolari casistiche le Sezioni Unite della Cassazione segnalano che la prescrizione decorre dal momento della comparsa e percepibilità della patologia, e non dall’inflizione dell’eventuale danno.   Ritieni di essere rimasto vittima di un episodio di malasanità e vuoi esplorare tutte le opzioni possibili per ricevere un risarcimento?   Mettiti in contatto con gli specialisti di TiRisarcisco: contattaci per una consulenza e un colloquio senza alcun impegno.
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